domenica 21 aprile 2013

Ricordi che non saranno ricordati (Wonderful wonderful)


Spesso Karen si chiede quali saranno i suoi ricordi più vividi.
E' un pensiero che cerca di scacciare per tutta la giornata, fino a che non si ritrova nel suo letto con le coperte lillà.
Se oggi, o domani, o l'altro giovedì saranno da lei ricordati a lungo.
Se si tramuteranno in ricordi vividi e sentiti oppure verranno persi in mezzo a un marasma di carte e vecchi libri.
Karen ha sempre immaginato la sua testa come una specie di vecchia soffitta piena di mobili, scaffali, centinaia di scatole contenenti oggetti bellissimi e delicati o fotografie. Che non abbia fotografie stampate di sé  dopo i dieci anni non ha importanza. O anche che non abbia mai realmente visto una vera soffitta.
© Julia Geiser
Karen continua a rigirarsi nel letto. Non riesce a dormire. Spesso si ritrova al buio con gli occhi spalancati, prigioniera dei suoi pensieri.
Avrebbe tutto il giorno per pensarci. Mentre fa la spesa, mentre cucina, mentre vive una vita che le sembra unica - ma non per questo speciale- all'ombra dei suoi desideri.
Quello che si chiede è: come faccio a sapere che un giorno si ricorderà di quello che sta vivendo ora?
Questo vale per ogni aspetto di una vita.
"Mi ricorderò delle notizie politiche tra 20 anni? Saranno state l'inizio della fine, la fine della fine o solo bizzarri avvenimenti che saranno stati sistemati?"
Karen comincia a mangiucchiarsi l'unghia del pollice, al buio, sotto le coperte lillà
"Mi ricorderò di quanti volessi quel cioccolatino?" Unghia dell'anulare.
"Mi ricorderò di quella sigaretta che non sono riuscita a fumare perchè il pacchetto era vuoto? Probabilmente no. E dire che mi aveva così tanto fatto innervosire." Terminate le prime cinque unghie, Karen passa all'altra mano.
Karen ha un problema.
Spesso si trova ad ascoltare canzoni che vorrebbe ricordare, ma non riesce mai ad appuntarsele per riascoltare.Finisce che ascolta solo ciò che ascolta alla radio. Canzoni terribili, stupide e banali. E le piacciono pure!
Solo raramente in qualche fortunata coincidenza ascolta bella musica. Che vuole portarsi dietro, riempendola di significati.
Fa così con tutto quanto
Accumula oggetti, carte, non vuole tagliarsi gli ormai troppo lunghi e scialbi capelli color topo, e diciamolo, ha accumulato anche parecchi chili di troppo. I vecchi vestiti che ha nell'armadio ne sono la prova.
© Julia Geiser
Ultimo mignolo da rosicchiare.
Si chiede cosa finirà in quella soffitta.
Vorrebbe poterla vedere quella soffitta.
Per un secondo, sapere se ci sarà una soffitta.
Se ci saranno rughe, capelli bianchi e "io un tempo ero.."
Vorrebbe poter sbirciare nel futuro ed essere sicura che avrà dei bei ricordi.
Vorrebbe sapere cosa ricorderà.
Vorrebbe sapere quando i sogni si trasformeranno in ricordi.
O forse sì, o forse no.
Vorrebbe che fossero meravigliosi. O vivi, che più o meno è la stessa cosa.
Guarderebbe nel futuro per assicurarmi che un futuro ci sarà.
O se continuerà a essere una semplice impiegata con la gonna troppo stretta, le lenzuola lillà per un letto scomodo, le unghie rosicchiate e le sopracciglia fuori posto. L'aria fuori posto. Anche se non abbastanza da farla intervenire per cambiarla.

Oggi ogni cosa le sembra scivolare via, senza una vera traccia.

Ha smesso di scrivere diari, ha smesso di conservare i biglietti del cinema(anzi,ha smesso di andarci proprio), ha smesso di segnarsi le cose sull'agenda, ha smesso di tagliarsi i capelli, ha smesso di chiamare gli amici, ha smesso di credere che l'amore arriverà da lei e anche che arriverà qualcuno sotto quelle lenzuola lillà, ha smesso di comprare nuovi vestiti, ha smesso di emozionarsi, di studiare, di lavorare, di dormire, di sognare.
No quello no.
Ha smesso di chiedersi quando smetterà di fumare.Ha smesso di volersi un po' bene. Ha smesso di ascoltare buona musica e credere che il mondo sia un posto meraviglioso.
No quello no.

© Julia Geiser
Il mondo è un posto meraviglioso.
Karen accende la luce.Quello che vede, una camera da letto vuota e silenziosa, la spaventa terribilmente.
Decide di spegnere la luce.
Al buio si alza i piedi, le dita sul morbido tappeto.

Nella soffitta della sua testa c'è un giradischi.
Non ha mai posseduto un giradischi, è troppo giovane per averne avuto uno.
Ma ugualmente ne conosce il suono e la magica che può suscitare.
Nella soffitta dei suoi ricordi Karen scopre un giradischi. La soffitta si riempe di musica, dolce e allegra.
Karen balla, la musica arriva forte, anche se è solo un ricordo non ancora vissuto.
Le manca una vita per poter ricordare. Per riempire le scatole della sua soffitta. Per comprare dei mobili che si rovineranno. Per dire "io una volta ero una che ballava di notte, con la musica nella testa"
Karen sorride.

Si infila di nuovo nel letto.
Il piumone e le lenzuola lillà ora sono fresche e accoglienti.
Karen non lo sa, ma nella sua mente -o soffitta dei ricordi che dir si voglia- ora c'è una scatolina minuscola, color rosa pallido con un fiocchetto viola. E' nascosta, lei non la vedrà mai.

Contiene il buio di questa notte, una canzone, e il momento in cui la vita di Karen ha cominciato a cambiare per sempre.
Anche se lei non sarà in grado di ricordarselo.

1 commento:

  1. Le deliziose immagini arrivano dal tumblr di Julia Geiser. Che mai saprà che ho usato le sue immagini, ma segnalarlo è la cosa giusta da fare :D

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